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Regale

Leondhe

Leondhe (Leo per gli amici) all'anagrafe Antonio Nugnes, prima  di scrivere canzoni scriveva versi.

Tonnellate di versi, fiumi di rime, chili e chili di carta di quaderno imbrattata da penne ad inchiostro liquido e qualche volta matite che ora sono tanto scolorite da costringerlo a ricordare il momento in cui ha scritto per poter decifrare i segni sui foglietti.

Quadernetti tascabili, per anni, sempre con sé, cogliendo ogni occasione, perlopiù i tavolini dei caffè, le verande affacciate sulla strada o, quando la fortuna sorrideva, su un panorama.

Rubando istanti alla vita intorno, momenti alle persone, pensieri a chi li rendeva evidenti con una smorfia o un sorriso, cogliendo l'attimo e immortalandolo con parole rapide, strane, altisonanti o inventate, ma sempre musicali, ritmicamente giocose come bambini che si inseguano ridendo.

Parole erano e sono ancora, cose vive, significanti tanto più di quanto non si creda anche usandole tutti i giorni. Parole che svelano di sé lati nascosti, usi inconsueti e potenzialità meravigliose.

Diventando uno strumento duttile e preciso per dire cose difficili in maniera semplice, anzi... per dire ciò che non avresti mai detto.

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Dai suoi tanti libri di versi... ultima la prima parte del lungo lavoro dal titolo

'Sereni sentimenti, poesie intelligenti' il cui collegamento Facebook trovate nei contatti... inevitabilmente non poteva che nascerne musica.

Dalla musica delle parole alle parole appoggiate sulla musica... le canzoni.

Le canzoni di Leo sono un mondo, un mondo nel mondo.

Il mondo che anche tu vorresti che fosse. Quello che sarebbe se fossimo tutti in grado di guardarci dentro e guardare in fondo all’anima di chi amiamo e dire le cose senza veli, senza peli sulla lingua come si usa dire, delicatamente e con garbo, ma la verità.

O quello che pensiamo, con schiettezza, in modo fresco, sincero e deciso, senza aspettare che altri pensieri sommergano ciò che abbiamo sentito subito.

Dirlo prima che lo dimentichi.

Dirlo perché devi, è un dovere d’affetto, anche d’amore; verso il prossimo verso sé stessi.

Non nascondere nulla perché inevitabilmente verrà a galla.

​

Le canzoni di Leo sono un mondo che non mente mai, che sempre dice cose vere che non puoi non capire. Potresti solo dire che... l’uva è acerba... e non ti interessa, come fece la volpe della favola di Fedro, tirando fuori una banale scusa ma... in ogni strofa, nell’incrocio dei bridge e dei ritornelli, si sente la forza trainante di una verità che non ammette ritardi.

E Leo non si smentisce... mi sorprende sempre e ancora e ancora.

Ogni qualche giorno... una nuova canzone e... nuova davvero, non una minestra riscaldata.

Perciò, lo vedo dalle foto, è sempre in giro su terrazze affacciate sul mare, per taverne e bar a parlare con la gente, a cercare di capire, di sapere per poter scrivere.

Leo, ti voglio bene.

Alla prossima canzone.

 

Helena Zimmermann

(critico musicale,  amica di Leondhe)

LEONDHE

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